Nel 1864 appare per la prima volta il termine “Diet Industry”, per definire iniziative commerciali che propongono soluzioni e programmi per perdere peso, fraudolenti e dannosi: franchising del dimagrimento, libri di diete speciali, integratori alimentari, intolleranze, diete dei gruppi sanguigni. Si tratta di proposte veicolate con messaggi simili: “È infallibile”, “Milioni di persone ci sono già riuscite”, “Non servono sacrifici”, “È sano e naturale”. Agevolato dalla democratizzazione di internet e dei social il sistema è ormai virale, dando vita alle “Nutrition fake”: un vero e proprio bombardamento social di false notizie su alimentazione e perdita di peso cui nessuno può sottrarsi. Il processo è ben collaudato: siti web pubblicano novità imperdibili sul dimagrimento e i social ne aumentano la visibilità e la condivisione, amplificandone il loro effetto. I dati indicano che l’efficacia è garantita: il 70% degli italiani si informa attraverso internet, Facebook o Twitter e il 62% considera le informazioni in rete “complete, accurate ed equilibrate”. A dare maggiore credibilità alle Nutrition fake si è aggiunto un nuovo sistema di vendita e divulgazione tramite profili che propongono e vendono salute e soluzioni per perdere peso. Sono i nuovi cyber criminali: uomini e donne che sfruttano i loro titoli e la loro visibilità sul web per fare “proselitismo”, spesso agevolati dal r
28/09/2017